Leader mondiali e diplomazia digitale: Chi ha detto cosa e perché dovresti preoccuparti!

I tempi in cui viviamo sono caratterizzati da tensioni globali che stanno raggiungendo livelli senza precedenti. Ancora risuona nelle orecchie di molti l’attacco armato di Hamas su Israele, e il mondo intero, sconvolto, si rivolge ai suoi leader in cerca di risposte. In un’epoca dominata dalla tecnologia e dalla connessione, gli strumenti che abbiamo a disposizione per monitorare queste risposte sono cambiati radicalmente. Oggi, i social media si sono trasformati in un vero e proprio barometro per valutare l’umore e le reazioni dei leader mondiali.
Un’analisi recente condotta da Arcadia ha svelato alcuni risultati affascinanti. Tra il mare di post e commenti, un nome emerge con chiarezza: Ursula Von der Leyen, la dinamica Presidente della Commissione Europea. Il suo post riguardante la crisi israeliana ha ottenuto un numero impressionante di 13,4 milioni di visualizzazioni sulla piattaforma X, superando altri influenti leader politici come il Premier ucraino Volodymyr Zelensky e il britannico Rishi Sunak.
Ma il numero di visualizzazioni rappresenta soltanto la punta dell’iceberg. Un’analisi più approfondita ci fa scoprire che il numero di interazioni, un indicatore chiave dell’engagement, ci offre un quadro diverso. Rishi Sunak, il carismatico inquilino di Downing Street, ha raccolto ben 236,1 mila interazioni, dimostrando che il suo messaggio ha suscitato una risposta profonda. Nel frattempo, sia Zelensky che Von der Leyen hanno ottenuto una risposta significativa, seppur in misura minore.
In mezzo a questa sinfonia di voci, l’approccio multilingue del Presidente francese Emmanuel Macron merita un plauso speciale. Optando per esprimersi in francese, inglese e arabo, Macron ha raggiunto molte comunità diverse, dimostrando l’importanza di un dialogo inclusivo in questi tempi tumultuosi. Curiosamente, il suo messaggio in arabo ha suscitato particolare interesse, sottolineando la sete di comprensione reciproca e dialogo che c’è nel mondo.
Tra le voci potenti, alcune scelte sono rimaste sorprendentemente silenziose o ambigue. Ad esempio, la Presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, ha preferito utilizzare l’account ufficiale di Palazzo Chigi anziché il suo profilo personale. Ma ciò che ha suscitato ancora più discussioni è stato il silenzio dell’indiano Narendra Modi e la risposta sfumata del brasiliano Lula.
Se guardiamo oltre l’Europa, il Presidente americano Joe Biden, nonostante la sua massiccia presenza online, ha ottenuto soltanto 3,2 milioni di visualizzazioni, una cifra sorprendentemente bassa.
Queste cifre e le reazioni dei leader mondiali gettano luce sul panorama in continua evoluzione della diplomazia digitale. In un mondo sempre più interconnesso, i social media non solo informano, ma anche plasmano le opinioni pubbliche. Le reazioni, o la mancanza di esse, da parte dei leader mondiali rappresentano un potente barometro del clima politico globale e delle sfide che ci aspettano.
Il panorama dei social media, dunque, non offre solamente un microcosmo delle opinioni e delle reazioni, ma funge anche da specchio del mondo in tempo reale, riflettendo le priorità, le preoccupazioni e talvolta le esitazioni dei leader mondiali. Il fatto che figure come Ursula Von der Leyen e Rishi Sunak siano riuscite a catturare così chiaramente l’attenzione dimostra l’importanza dell’autenticità e della tempestività nella comunicazione digitale di oggi.