Zelenski torna a casa con un accordo storico per l’Ucraina

Zelenski torna a casa con un accordo storico per l’Ucraina
Il presidente Ukraino Zelensky

“Ritorniamo a casa con un buon risultato per il nostro paese e per i nostri guerrieri”, ha assicurato.

E’ passato il primo giorno per Zelenski a Vilna, nel primo incontro tra il Consiglio della NATO e l’Ucraina. E queste 24 ore sono state sufficienti perché il presidente ucraino torni a casa con un accordo in tasca. Ha ottenuto che i leader del G7 firmassero una dichiarazione per garantire la sicurezza del suo paese.

“Ritorniamo a casa con un buon risultato per il nostro paese e, ciò che è molto importante, per i nostri guerrieri”, ha assicurato Zelenski in un video pubblicato sui suoi social media dal treno che lo riportava da Vilna a Kiev. E ha aggiunto che “per la prima volta sin dall’indipendenza, abbiamo creato una base di sicurezza per l’Ucraina nel suo percorso verso la NATO”.

Il leader ucraino si è mostrato orgoglioso del suo lavoro a Vilna, affermando che “mai prima d’ora avevamo avuto una base di sicurezza simile, e questo a livello del G7. Su questa base, costruiremo una nuova architettura giuridicamente vincolante di trattati bilaterali di sicurezza con i paesi più potenti”.

L’Ucraina nella NATO

“Il futuro dell’Ucraina è nella NATO”. Ma non oggi, né presto. La dichiarazione letterale di Jens Stoltenberg alla Cumbre di Vilna risuona forte quanto la sua successiva precisazione. C’è un accordo, un accordo embrionale che apre la tanto desiderata porta all’alleanza atlantica per Volodimir Zelenski, ma non c’è una data, per disperazione di quest’ultimo.

Tutto cambia, anche se nella pratica non cambia nulla. Perché con la firma dell’accordo tra tutti i membri della NATO si inizia a chiudere un percorso di decenni, con la data centrale del 2008, alla Cumbre di Bucarest che è rimasta nel nulla. All’epoca la NATO non rispose alla richiesta di avviare un piano d’azione per l’adesione, il MAP con le sue sigle in inglese di cui ora si è tornati a parlare in una versione aggiornata.

Prima di essere attuato, l’Ucraina deve soddisfare delle “condizioni” che comprendono riforme democratiche, economiche e di sicurezza, a partire dalla prima e più urgente: “Vincere la guerra”. Fino a quando durerà la guerra, non ci sarà alcuna ammissione, ha chiarito il segretario generale.